Il Duca di Düsseldorf

Il Duca di Düsseldorf

Ostentando dinanzi agli stolti popolani un ardente sentimento religioso, il Duca di Düsseldorf non si esimeva da una generosa elargizione per la parrocchia. Sicuro di essere osservato, sventolava una banconota di grosso taglio, usandola come esca per attirare la malcelata rapacità della pia donna che si occupava della questua.
Sospiri estasiati e sbuffi d’invidia si susseguivano in inesausta staffetta, mentre agitava spudoratamente il foglio.
Certo il gesto non era elegante, non era adatto al contesto di decoro che imporrebbe una chiesa durante una funzione liturgica, ma che importa?
Con atteggiamento risoluto e autoritario, immergeva la mano nel sacchetto delle offerte, sprofondando con la punta delle dita fin sul fondo.
Dissimulando le reali intenzioni, il nobile si scioglieva in un sorriso disarmante, capace di illuminare l’intera navata con l’alabastrino splendore della candida dentatura. I fedeli erano conquistati da quell’espressione serafica e l’attenzione di tutti veniva catalizzata dalla mascella volitiva e dai tratti aristocratici dell’uomo.
La donazione era mera apparenza, all’interno della borsa per le elemosine si consumava l’inganno. Richiudeva con forza i polpastrelli ad artiglio e ghermiva in salda presa tutti i pezzi di carta depositati, evitando ogni dozzinale conio metallico. Estraeva la mano serrata a pugno, nascondendo vorace il bottino. Subito celava il furto nella tasca del pastrano, depositandovi il denaro sottratto con perizia, poi mostrava il palmo immacolato e salutava con compiaciuta accondiscendenza i credenti.
Padre Liborius, che officiava le funzioni religiose, non sospettò mai il delitto, per quanto al termine della messa raccogliesse solo monete. In ogni predica rivolgeva aspre critiche contro l’avarizia dei propri fedeli e li spingeva a donare con prodiga magnanimità, ottenendo il solo risultato di arricchire ancora di più il Duca e di raccogliere meno spiccioli.
«Non riesco a capacitarmi della vostra pitoccheria», concludeva sconsolato dal pulpito.«Siate generosi, dispensate anche qualche foglio di carta, non solo pezzi di piccolo taglio.»
Fu lo stesso Duca a suggerire una soluzione a questo intrico grottesco, ricordando a tutti che nelle oblazioni raccolte avrebbe dovuto esserci almeno una banconota, quella che lui in persona aveva consacrato sotto lo sguardo attento dei presenti. Non proferì accuse, fu la logica stessa dei devoti a stabilire la colpevolezza della mite donna che si occupava delle offerte. La cagionevole vecchietta fu pesata sulle bilance della pubblica opinione, trovata mancante e giudicata con inclemenza. La pietà dei fedeli si trasformò in ira e disprezzo, gli animi s’infiammarono a tal punto che qualcuno dalla navata urlò: «Al rogo!»
Padre Liborius cercò di placare gli spiriti febbrili: «È una pratica che la Chiesa purtroppo ha abbandonato da anni, ve lo vieto.»
La sensibilità del Duca non fu scossa, quando l’innocente fu bandita da ogni consorzio umano, impietosamente scacciata dalla città e condannata all’esilio.
Non pago del castigo, bersagliò egli stesso l’anziana con ortaggi marcescenti e la carcassa di un gatto morto. Non fu turbato dalla vista dell’emarginata che si allontanava claudicante in vesti logore, schiacciata dalla vergogna e dall’infamia.
Nascere senza una coscienza ha innumerevoli vantaggi.
Volle cavalcare l’onda del malumore cittadino ed esacerbò le maldicenze della folla per assurgere ancor più a simbolo d’integrità morale ed etico baluardo contro il malcostume e qualsiasi forma di bassezza.
Padre Liborius rimase ammaliato dalla falsa virtù che la figura dell’aristocratico irradiava e lodò le sue azioni con convinta enfasi: «Siete un angelo disceso in questa valle di lacrime per portare conforto. Siete un faro nelle tenebre, alta ispirazione per ogni penitente.»
Il Duca s’incamminò verso casa, il prete lo accompagnò.

SINOSSI

“Fu il canto spezzato che non divenne armonia. Senza pace e senza bellezza. Nel dolore, fu il ritmo che trasformò la passione in grido e la melodia in tumulto. Il Duca di Düsseldorf, scoperto il tradimento della moglie con un pantomimo, si risolve al delitto per conservare i privilegi acquisiti con il matrimonio. Non gravato dal peso del misfatto, entrerà inopinatamente in possesso di sconfinate ricchezze con cui assecondare vocazioni e sordidi vizi.
Dal cielo attraverso il mondo fin giù all'inferno, sperimenterà la seduzione di potere, gloria e opulenza, dimentico della caducità della vita.
Nascere senza una coscienza ha innumerevoli vantaggi.
Il ritratto di un'aristocrazia spregiudicata e corrotta nella Germania degli anni '30. Gli abietti gentiluomini conosceranno densa tenebra e impalpabile chiarità, imperitura guerra e fuggevole concordia, profonda decadenza e modesta ascesa. Saranno testimoni di crimini cruenti, omicidi, inganni, illusioni, magie, omicidi, nani sociopatici, titaniche carrozze, colossali automobili, diaboliche invenzioni, omicidi, sopiti rancori, implacabili voluttà, esecrabili sacrilegi, pioggia di crisantemi, omicidi...”
Queste tristi memorie sono già state tradotte in 78 lingue, inclusi il gallese, il latino, il greco antico, lo swahili e persino l’italiano.


DRAMATIS PERSONAE

DRAMATIS PERSONAE

IL DUCA DI
DÜSSELDORF

L'ignoranza che si rimira in se stessa

SUA ECCELLENZA
VASOLINI

Tripudio devastante di classe ed eleganza

PADRE
LIBORIUS

Equilibrio fra Ragione e Fede

IL BARONE
VON UNIVET

La magia che corteggia la Morte

FILIPPO
GARLANDA

La macchina attoriale

MARKUS
BÖLL

Nemico dello Spirito

JUNKER
VOLAND

Il lato oscuro della Natura

LA DUCHESSA
ANASTASIA

Binomia di cultura e saggezza

EX-FOLIO

EX-FOLIO

Nel 1927, Il cantante di jazz (The Jazz Singer), diretto da Alan Crosland, fu il film con il maggiore incasso dell'anno. La storia del cinema gli riserva un posto di rilievo: fu il primo film parlato. La novità fu apprezzata, nonostante l'introduzione del parlato vincolasse gli interpreti nell'angusto spazio in prossimità del microfono di scena, sacrificando di fatto le evoluzioni circensi ed il dinamismo dei film di Keaton, Lloyd e Chaplin e condannando la rappresentazione a una forzata immobilità.
Nel 1939, si aprì la strada del Technicolor. Il mago di Oz (The Wizard of Oz), diretto da Victor Fleming (inizialmente affidato a Cukor), ha stupito il mondo con i suoi colori brillanti. Dorothy (Judy Garland) canta Over the Rainbow sullo sfondo di un Kansas in bianco e nero e offre il primo indizio. Solo quando approderà nel regno di Oz, i colori esploderanno con tutta la loro potenza, lasciando la platea in estatica ammirazione. L'aderenza al romanzo di Baum si è piegata alle esigenze stilistiche della tecnologia (ad esempio, le scarpette di Dorothy originariamente sono d'argento, nel film rosse per un più marcato contrasto).
Lo stesso anno sarà Via col vento a conquistare il pubblico e 8 oscar nell'edizione del 1940. Non avrebbe avuto lo stesso successo senza l'apporto del colore, non si sarebbe imposto all'attenzione globale come il Prometeo di una nuova era.
Le innovazioni si susseguirono: il periodo fra il 1952 ed il 1955 decretò l'età d'oro del cinema 3D, proiettato in doppia pellicola con il sistema dei filtri polarizzati.
Nel 1971, Arancia Meccanica fu il primo film a utilizzare il Dolby, aggiungendo una nuova dimensione di profondità al comparto audio.
Il 2009 fu l'anno di Avatar, l'esperienza immersiva negli ambienti del film è supportata dal 3D IMAX: un successo planetario.

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ARTWORK

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SPLENDORI E MAGNIFICENZE DELLA DECADENZA

X

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Ripensamenti
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Abrenuntio
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Visioni Mistiche
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Caffè
WHAT'S NEW?

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Una volta aperto, il libro non può essere chiuso.
Il contenuto va oltre la pagina e si sviluppa in mondi impensabili con contenuti metatestuali.

Déjà-Lu
Déjà-Lu

LA STRUTTURA È INTESSUTA DI CITAZIONI DIRETTE, INDIRETTE, IPERBOLI, PARAPROSDOKIAN, ANTIFRASI, ALLEGORIE E CONTRASTI TRATTI DA DIVERSE OPERE. L’AZIONE DEL ROMANZO SPESSO RIPERCORRE LUOGHI LETTERARI E TÒPOI ILLUSTRI, TRASPONENDOLI NELLA QUOTIDIANITÀ DELLA NARRAZIONE.
L’ARCHETIPO O LE FONTI POSSONO ESSERE RISPETTATI, MODIFICATI O TOTALMENTE STRAVOLTI. L’AUTORE DENOMINA QUESTO PROCESSO DÉJÀ-LU (“DEL GIÀ LETTO”, PER ASSONANZA CON DÉJÀ-VU): ECO DELLA TRADIZIONE CHE SI RIVERBERA NEL PRESENTE, RETAGGIO CULTURALE DI UNA COMUNE MEMORIA. IL DÉJÀ-LU SEGUE UN PERCORSO SU STRADE GIÀ TRACCIATE, SOVRAPPONENDO I PROPRI PASSI ALLE IMPRONTE INDELEBILI LASCIATE DAI CLASSICI, CON LA POSSIBILITÀ DI AFFRANCARSI DAI MAESTRI PER SCOPRIRE NUOVI ITINERARI NARRATIVI.
FILI D’ORO NELL’ORDITO PER NOBILITARNE LA TRAMA...

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Bibbia, Nuovo Testamento: Vangeli (Vangelo secondo Giovanni - Vangelo secondo Matteo - Vangelo secondo Marco - Vangelo secondo Luca), Lettere di San Paolo (Romani - Corinzi), Apocalisse di Giovanni
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